A Reims, Bruno ebbe dei contrasti con l’arcivescovo Manasse de Gournay, un prelato corrotto e dal comportamento indegno. Questi nel tentativo di attirare a se la sua stima, lo nominò cancelliere dell’arcivescovado nel 1075, ma nel 1080 dopo ulteriori contrasti e dissidi Manasse fu deposto. Bruno che sarebbe dovuto essere il suo successore, non accettò l’incarico e rinunciò a tutti i suoi averi distribuendoli ai poveri. A seguito di questi eventi, si sviluppa l’idea del distacco dal mondo, e del conseguente isolamento. Bruno si recò nell’abbazia di Molesmes da san Roberto ( che sarà in seguito il fondatore dei cistercensi) e trovò un romitaggio nei pressi del monastero in località Seche Fontaine, ma quel luogo non soddisfò le sue esigenze. Fu così, che continuando la ricerca di un luogo idoneo per realizzare i suoi intenti, con sei compagni di viaggio si recò da Ugo vescovo di Grenoble che li condusse nel luogo desiderato. La consacrazione della Chiesa dedicata alla Madonna ed al Battista avvenne il 2 settembre 1085, la vita monastica fu condotta con austerità e gran fervore. Dopo sei anni Bruno fu chiamato a Roma dal suo allievo, ormai diventato Pontefice, Urbano II che volle con sé il suo vecchio maestro come consulente. Prima di raggiungere il Papa, Bruno affidò la sua comunità monastica al suo amico Landuino che lo sostituì egregiamente. Alla Corte Pontificia Bruno ebbe grande nostalgia per il suo deserto silenzioso, ed approfittando che il papa dovette fuggire da Roma perchè l’imperatore tedesco Enrico IV e Clemente III l’antipapa invasero i territori pontifici, si trasferì con la corte papale nell’Italia meridionale. Su proposta di Urbano II il fondatore dei certosini fu eletto arcivescovo di Reggio Calabria, ma egli rifiutò chiedendo, ed ottenendo il permesso per poter ritrovare un luogo ove poter continuare la sua vocazione monastica nel silenzio e nella solitudine. Ritirandosi in solitudine Bruno incontrò il generoso conte Ruggero d’Altavilla che gli offrì un territorio nella località Torre a 850 metri di altitudine nel cuore di un bosco della Calabria “ulteriore”. In questo luogo il patrono certosino nel 1090 fondò l’eremo di Santa Maria ed a breve distanza l’insediamento per i fratelli conversi, il monastero di Santo Stefano. In questi luoghi, Bruno trovò negli ultimi dieci anni della sua vita le condizioni ideali per riprendere la vita che aveva condotto in Francia, fatta di silenzio, meditazione, preghiera e solitudine. Domenica 6 ottobre del 1101 è il giorno in cui la vita terrena di Bruno si spense, circondato dall’amore dei suoi confratelli, fu poi seppellito in una grotta dove spesso egli si recava per pregare.
"...all'autorità del padre sapeva congiungere la tenerezza della madre..."
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